Santa Rosa, Fiore del Cielo vola ed entra nella storia
Viterbo – Fiore del Cielo vola. Attraversa leggera le vie della città e con lo straordinario sforzo dei facchini di Santa Rosa, che mai come quest’anno hanno dato tutto senza risparmiarsi, entra nella storia.
Un trasporto impeccabile, unico. La Macchina ha attraversato con sicurezza Viterbo, anche il tratto su via Marconi. Perfetto. Non poteva esserci modo migliore per celebrare il riconoscimento Unesco.
Il tratto è stato ripetuto dopo sessantadue anni, ma è sembrato che i facchini la Macchina in quel punto l’avessero portata sempre, invece era la prima volta.
Un meraviglioso spettacolo di fede e devozione, in onore di santa Rosa, che ancora una volta da lassù è passata tra una folla di gente.
Da san Sisto a santa Rosa, due ore e 25 minuti d’emozioni. Dal primo sollevate e fermi alle 21.11.
Fiore del Cielo incede maestosa, candida. Il bianco anche alle parti interne la rende ancora più spettacolare.
Fino a piazza del Comune è una passeggiata. Soste brevi, quindi di nuovo in cammino.
I petali di fronte a palazzo dei Priori non si vedono e nemmeno l’incenso. C’è un problema con il meccanismo. Sarà risolto e non mancheranno, tanto a via Marconi, quanto nell’ultimo lancio a santa Rosa, quando ormai la Macchina è ferma, sotto si fa festa e cade una pioggia di petali a coronare un tre settembre indimenticabile.
Con un pensiero a Mario Prosperoni, Giuseppe Monti, Guglielmo Riccardi, Luca Brancadoro, Marcello Sensi e Paolo Aquilani, cui i facchini hanno dedicato le girate a piazza del Plebiscito e della Repubblica.
Da piazza del comune a piazza delle Erbe, fra chi grida “Viva santa Rosa” e chi fa il tifo per i facchini, si arriva al Suffragio.
Quest’anno, l’ultima fermata a corso Italia. La successiva è a piazza del Teatro. Non al solito punto, ma all’altezza di via Matteotti.
Mai vista la Macchina da quella prospettiva, altro elemento che rende unico il trasporto.
Di gente ce n’è tanta sulla via, piazza della Repubblica non potrebbe contenere più persone, così come da san Sisto fino al Comune e quindi a piazza del Teatro.
Fortunati quelli che hanno trovato spazio su via Marconi. Hanno visto due volte passare Fiore del Cielo.
Quando è il momento di partire per il tratto nuovo, è stato chiamato Antonio Febbraro sotto, l’idea è venuta da lui.
Sono le 22.42. Il capofacchino Rossi chiede ai suoi: “Siamo tutti d’un sentimento?”. I facchini e la piazza rispondono sì. Fiore del Cielo si alza e parte verso il boulevard.
E’ un trionfo.
Il ritorno, con la corda umana di facchini e il presidente Mecarini davanti è uno spettacolo. Non solo per la vista, ma anche per lo spirito. Trasmette amicizia, fratellanza, amore.
In poco la Macchina è di nuovo a piazza del Teatro, stavolta al posto tradizionale.
Passa una ventina di minuti e alle 23.32, l’ultimo sforzo. La salita.
Meno di tre minuti Fiore del Cielo poggia sui cavalletti al sagrato ed esplode la festa. Prima con i familiari dei facchini che hanno atteso il loro arrivo dal pomeriggio. Poi con l’intera città.
Sandro Rossi alla fine è stanco, ma felice. “I facchini hanno voluto il tratto straordinario per la nostra santa – dice Rossi – la città e per il riconoscimento Unesco. Rimarrà nella storia, perché non credo che se ne faranno altri nei prossimi anni. I facchini hanno messo qualcosa in più e la forza non c’entra”
Su uno striscione a piazza Fontana Grande c’era scritto: “Grazie a voi facchini santa Rosa è in cima al mondo”.
Giuseppe Ferlicca